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Storia di Nanto

a cura di Arch. Bernardo Dominidiato

Socio e collaboratore della Pro Loco Nanto

CAPITOLO 9 - I FATTI IMPORTANTI, LE NOBILI FAMIGLIE, LE GUERRE PER L’ACQUA CON PADOVA E IL MISTERO DELLA COLLOCAZIONE DELL’ANTICA PARROCHIALE.

 

LE NOBILI FAMIGLIE 

I Conti di Nanto erano una famiglia nobile che ebbe giurisdizione su Nanto e che dal Paese trassero il loro cognome.

Importante è notare che il loro stemma riporta gli stessi elementi dell’attuale stemma Comunale.

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Infatti, si può notare, per confronto, che compare la Torre, lo Scudetto ha i colori Blu con la Fascia bianca e che pur non essendoci più la mano che regge il Vessillo, questo comunque è rimasto.

Non sappiamo se mai tale famiglia abbia abitato a Nanto in quello che era il Castello, le cui mura sono ancora visibili all’inizio di via Castello a Nanto Capoluogo; di certo Gianbattista, Bortolo e Camillo da Nanto risiedevano a Vicenza ancora nel 1687 e facevano parte del Consiglio cittadino. 

 

La Famiglia Volpe

 

I Volpe furono una Famiglia importante per il Paese di Nanto. Fuggiti da Vicenza per sottrarsi alle persecuzioni di Ezzelino da Romano, si stabilirono a Nanto.

Qui ebbero molti possedimenti fin dal 1200, soprattutto ulivi. 

Alcuni di loro rimasero a Nanto con nomi che si ripeterono in varie generazioni, come Trevisano, Galvano, Desiderato.

Galvano morto nel 1397 lasciò in eredità a sua Moglie Nicolosa, con atto del 1395, molte proprietà e tra queste anche una casa dominicale a Nanto con annessa campagna.

Inoltre Galvano nominò eredi universali i sui tre figli maschi e da questo momento il patrimonio famigliare cominciò a disgregarsi.

scrittura pre romana nanto storia Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Stemma Nobiliare dei Conti Volpe       d’Azzurro con Volpe rampante in Oro.

Molti membri della famiglia si sparsero in Europa, finanche in Russia, dove Giambattista Volpe fu al servizio del Principe Basilio, non solo, ma nel 1472 la regina di Russia venne a Vicenza e con lei c’era anche Gianbattista Volpe e fu così che Trevisano Volpe li ospitò nella sua Villa di Nanto.

I Volpe continuarono a risiedere a Nanto, ma dal 1500, pur possedendo ancora terreni in loco, non si hanno notizie della loro presenza nel nostro Comune.

 

I Barbarano - Stemma nobiliare

scrittura pre romana nanto storia Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Quando nell’800 Carlo Magno scese in Italia, era con Lui la famiglia francese dei Mironi (o Mironì ?).

Questa aveva cariche importanti nell’esercito di Carlo Magno e per tale motivo nel vicentino l’Imperatore le assegnò molti possedimenti.

Dai documenti risulta che nel 1260 i Barbarano possedessero beni nei comuni di Nanto, Barbarano, Mossano, Villaga, Grancona, Zovencedo, Toara, Sossano e Colloredo.

 

In pratica un territorio molto vasto del Basso Vicentino e proprio da una di queste terre trassero il loro nuovo cognome di “Barbarano”.

 

Lupo e Alessandro Barbarano erano residenti a Nanto già nel 1267.

I Barbarano ebbero molte altre decime dal Vescovo di Vicenza in vari territori del vicentino e a Nanto in particolare.

La loro Famiglia diventò una delle più importanti della Città.

I Barbarano contrassero matrimoni con le famiglie più influenti di Vicenza quali i Trissino, i Bissari, i Capra (da cui il famoso Ramo Barbaran Capra), i Piovene, i Pigafetta e i Garzadori.

Per tale motivo, vista l’importanza della Famiglia, nel ‘500 i Barbarano ebbero ben sei posti nel Consiglio di Vicenza.

A Nanto, in tale periodo era presente Albertino Barbarano Mironi.

Nel 1668 Stefano  Barbarano sposò Elena Rutilio, figlia di una importante famiglia di Nanto, che possedeva l’attuale Villa Bon-fio, Rutilio, Barbaran, Muraro, e ora Grassi.

 

Le Famiglie Bon-fio e Rutilio

Citiamo qui anche le Famiglie Bon-Fio e Rutilio che ebbero possedimenti a Nanto e in particolare la Villa Barbaran Grassi.

I Bon-Fio o Bonfiglioli poi Bon-fio cacciati da Bologna attorno al 1200, trovarono rifugio a Padova. 

Alcuni di loro ebbero dei possedimenti a Nanto e in particolare i primi insediamenti di quella che diverrà poi Villa Barbaran Grassi che con il suo Porticato Classico rappresenta uno dei Gioielli Architettonici e vanto di Nanto.

Dai Bon-fio la Villa passò ai Rutilii o Rutilio, da questi ai Barbaran, quindi Muraro e Grassi.

Si è ritenuto citare queste due famiglie proprio per il loro contributo all’edificazione e sistemazione della loro importante Villa, specie nel ‘500, che così è giunta a noi, purtroppo colpita da un incendio che ha distrutto gran parte delle ali laterali.

 

 

 

LA GUERRA DELL’ACQUA TRA VICENZA E PADOVA     Il Canale Bisatto a Nanto

 

Tra gli elementi che sono degni di attenzione sulla vita del Comune di Nanto nel Medioevo, vi è il Canale Bisatto o Sirone, o Bacchiglione  Vecchio com’era spesso chiamato in quell’epoca.

 

 

foto sotto:  a sinistra tavola con il canale Bisatto e il Bachiglione, a destra il Canale Bisatto verso Este (PD)

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone
Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone
Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

foto sopra: IL BISATTO A NANTO  ai primi del ‘900…..IN UN QUADRO DI DIOMIRO DOMINIDIATO.

 

(Diomiro Dominidiato era figlio di Bernardo, Farmacista che fu Sindaco di Nanto per ben due mandati durante i quali fu istituita, per sua iniziativa e di altri Amici tra i quali Silvio Pedon, Piazza Mercato sede storica del Mercato di Ponte di Nanto, Diomiro dicevamo era Farmacista pure lui a Ponte di Nanto fin dai primi del ‘900.  Fu il padre del dott. Franco e quindi nonno di Bernardo Dominidiato, l’autore di questa Storia di Nanto.

Il quadro rappresenta le Sorelle Gianello di Ponte di Nanto, che per scherzo vogliono gettare in acqua il cappello di Ferruccio Dominidiato, fratello più giovane di Diomiro, mentre sta pescando nel Bisatto.

 Sullo sfondo si vede la Bocca del Vecchio Mulino di Ponte di Nanto.)

 

 

 

Il Bisatto nella secolare contesa per l’acqua tra Padova e Vicenza.

 

Il Bisatto a Nanto e in particolare a Ponte di Nanto ebbe nel Medioevo nella contesa per l’acqua tra Vicentini e Padovani un ruolo importante.

I Padovani, infatti, attraversarono in più riprese proprio il Ponte di Nanto per aggredire Vicenza alle spalle, nella secolare controversia tra le due città per la contesa dell’acqua del Bacchiglione.

Molti Autori ritengono che il Bisatto non sia stato scavato nel medioevo dai Vicentini, vista l’ampiezza di ben 36 chilometri del suo tracciato da Longare a Este, ma che fosse un ramo antico del fiume Retrone, che da Vicenza e poi Longare, scendesse fino a Este e da qui, diventando poi Canale di Battaglia, riconfluisse nuovamente nel Bacchiglione a Battaglia, per poi confluire nel Brenta e quindi al mare.

Il Bisatto era una importante via d’acqua per il basso vicentino e per Vicenza stessa perché costituiva una valida alternativa al Bacchiglione per giungere al mare.

Veniamo ora alle contese per l’acqua del Bacchiglione tra Padova e Vicenza.

Per questo dobbiamo risalire agli accordi tra Vicenza e Padova del 1115 per permettere a Vicenza di raggiungere il mare navigando sul Bacchiglione e quindi passare attraverso la Città di Padova.

Purtroppo Padova disattende tale accordo e impedisce a Vicenza di transitare sul proprio territorio, sia via terra sia fluviale.

Di conseguenza i Vicentini, per ritorsione, nel 1143 deviano a Longare le acque del Bacchiglione nel Bisatto mediante una “Rosta”, impoverendo il territorio padovano di una risorsa necessaria per il funzionamento dei mulini e dei vari usi dell’acqua del fiume.

 

Attuale collegamento tra il Bacchiglione e il Bisatto in Comune di Longare (dove i Vicentini facevano la “Rosta” sul Bacchiglione.)

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

I Padovani, con intervento armato, ripristinarono lo status quo del fiume. 

Da qui nasce una contesa che per quei tempi diventa una propria vera guerra tra le due città, che coinvolgerà per molti anni, per non dire secoli, fino alla dominazione della Serenissima, Padova e Vicenza e molti territori del vicentino tra cui anche Nanto e il suo Ponte sul Bisatto in particolare.

I Padovani,con nuovo intervento armato, nel 1188 conquistano Montegalda nel vicentino, di conseguenza deviano nuovamente le acque del Bacchiglione, dopo di che verrà comunque raggiungimento di un accordo e una  ricomposizione dei contrasti.

Purtroppo nel 1201 i Vicentini ritornano a deviare il Bacchiglione verso il Bisatto e si suppone che proprio in questo periodo nasca la frazione di Ponte di Nanto nei pressi del Ponte sul Bisatto.

La Contesa-Guerra dell’acqua a fasi alterne si ripete per vari anni con devastazione dei Padovani che aggredirono Vicenza passando proprio per Ponte di Nanto con distruzione del Ponte al loro ritorno e incendiando case e annessi, saccheggiando molti paesi che si trovavano lungo il corso del Bisatto.

Un aiuto i Vicentini lo ebbero sotto il dominio di Cangrande Della Scala e i Padovani furono sconfitti nel 1314.

 Nel 1386 i padovani ripresero le ostilità e risalendo il Bisatto da Albettone fino a Longare bruciarono ancora mulini e abitazioni, fecero accampamento a Ponte di Nanto.

Da qui con furiose battaglie giunsero a Costozza, ma non riuscirono ad attaccare l’esercito vicentino rifugiato nei Covoli di Costozza.

Si dovrà arrivare alla dominazione di Venezia, che sistemò il Bisatto per una più funzionale navigabilità, e ricomponendo sotto il suo dominio la secolare Lotta per l’acqua tra Padova e Vicenza.

 

IL MISTERO DELLA COLLOCAZIONE DELLA VECCHIA PARROCCHIALE (PIEVE)

Premessa:

Tutto l’articolo che segue è solo una ipotesi di lavoro del sottoscritto; pertanto soggetta a modifiche o correzioni nel caso di ritrovamenti di documentazioni per ora mancanti o di interventi da parte di chi avesse notizie più precise in merito.

 

Trattando del Medioevo a Nanto penso sia doveroso ritornare alla Vecchia Parrocchiale di Santa Maria Annunziata, di cui abbiamo ampliamente parlato nel capitolo 7, per alcune riflessioni.

La prima che ci siamo posti riguarda la sua “collocazione ”.

Non ci è chiaro come la Comunità di Nanto abbia collocato la propria Chiesa così lontana e scomoda rispetto al centro abitato                                                .

Fortunatamente, nella mia qualità di Assessore alla Cultura nell’anno 2000, ho avuto la possibilità di assistere con continuità quasi quotidiana al Restauro dell’Antica Parrocchiale, condotto dal bravissimo Architetto Ilario Faresin di Vicenza.

In particolare ho assistito al recupero di molti elementi antichi risalenti soprattutto al Medioevo, come spille e altri reperti dell’epoca.

Durante il Restauro il reperto che più mi ha incuriosito è stato un “Embrice” di fattura Romana. 

 

Giusto ricordare cos’è un Embrice (foto sotto):

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Quello che vedete nell’immagine è un Embrice.

 

L’Embrice faceva parte della Copertura delle costruzioni romane, ed era la parte piana e la più importante di essa.

Infatti, costituiva l’elemento principale della copertura, come si può notare nella successiva figura. 

Qui (sotto) abbiamo un esempio di un Santuario Romano con copertura in Coppi ed Embrici.

Praticamente i coppi servivano per chiudere e coprire due embrici accostati per impedire la penetrazione dell’acqua piovana.

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Sistemazione Romana a Embrici

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Schema di Tempio Romano   

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Tempio Circolare di Ercole a Roma

Si noti il tetto a Embrici con copertura a  Embrici e Coppi   

Nanto COLLI Berici Pieve Pro Loco Tartufo Scorzone

Abbiamo visto quindi l’Embrice essere un elemento tipicamente romano.

Nel Veneto e nel Vicentino non è mai stato in uso se non nel periodo Romano.

Ci si chiede perché negli scavi durante il Restauro si è trovato un Embrice a Nanto?

L’Ipotesi che mi viene da formulare e la seguente: 

A Nanto c’era sicuramente un insediamento Romano, molto probabilmente per l’estrazione della famosa Pietra di Nanto, molto apprezzata.

La testimonianza di questo insediamento l’abbiamo dimostrata in un Capitolo precedente, nel quale abbiamo parlato della Lapide Romana trovata nell’anno 2000 in un campo a Nanto, e ora esposta proprio nella Vecchia Parrocchiale Pieve di Nanto.

Di conseguenza le costruzioni seguivano la logica costruttiva Romana e i tetti erano sicuramente a Embrici e coppi. 

Ritorniamo allora  all’Embrice sul sito della Pieve Parrocchiale di Nanto, e qui è necessario aprire una parentesi storica relativa alla costruzione degli Edifici Religiosi da parte dei Romani. 

Spesso per la collocazione di un Tempio o di un Tempietto i Romani consultavano gli Aruspici, Sacerdoti che studiando il volo degli uccelli davano le indicazioni concernenti il luogo Sacro, sul quale edificare il Tempio; inoltre era fondamentale che ci fosse una sintonia con il “Genius Loci”, cioè che il Luogo presentasse quelle caratteristiche peculiari adatte alla collocazione del Tempio.

Il sito dell’attuale Pieve probabilmente aveva queste caratteristiche ed è possibile che lì, pur lontano dal centro abitato fosse stato costruita una Struttura Sacra, e che fosse costantemente frequentata dai cittadini della Nanto Romana.

Ora sappiamo che i Cristiani, dopo l’Editto di Costantino del 313, poterono manifestare la propria Fede liberamente, occupando gli edifici civili e religiosi Romani, si pensi al Pantheon, per esempio e le varie Basiliche civili Romane, che poi diedero il nome anche alle nuove Basiliche Cristiane.

Il Cristianesimo poi, per eliminare i residui di paganesimo, sostituì le divinità Romane con la Vergine, i Santi e i Martiri, proprio nei luoghi dove le vecchie divinità erano state venerate.

Potrebbe allora essere che anche a Nanto si continuasse a usare il sito dell’attuale Pieve per adorare Cristo, dove prima si venerava una divinità romana? 

Può essere, e ciò spiegherebbe il ritrovamento dell’embrice e la collocazione così scomoda della Parrocchiale.

Che la Comunità di Nanto trovasse scomoda la collocazione, basti pensare a persone anziane che dovevano percorre due chilometri e in salita, specie nei mesi invernali, considerando che nel Medioevo le temperature erano molto più rigide di adesso, ne abbiamo ampia conferma quando all’inizio del 1400 si decide di costruire una Chiesa più vicina al centro abitato. 

Di questo ne parleremo ampliamente nel prossimo capitolo, trattando la Chiesa di San Paolo a Nanto edificata nel 1400. 

 

 

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